
03 Giu Arburg al Faberlab: arriva la tecnologia che rivoluziona la stampa 3D
Chi opera con le presse ad iniezione per la lavorazione di materie plastiche, conosce bene il nome Arburg.
E non solo perché stiamo parlando di un gigante tedesco con sede centrale a Lossburg e quasi tremila dipendenti sparsi in 34 Paesi nel mondo.
Ma, soprattutto, perché Arburg – che da 25 anni ha base anche in Italia – punta da sempre al rinnovamento tecnologico. Come ha dimostrato nel 2013 quando, in anteprima mondiale al K di Dusseldorf, ha presentato una macchina per l’additive manufacturing denominata Freeformer.
La stessa di cui si parlerà per la prima volta in provincia di Varese in occasione del seminario tecnico “Semplice, avanzata, senza limiti: Arburg rivoluzione la stampa 3D”, in programma giovedì 13 giugno dalle 18.30 nella sede di Faberlab (viale Europa 4/A, Tradate).
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Cos’è Freeformer? E, soprattutto, a chi si rivolge? Spiega Ivan Panfiglio, Area Manager di Arburg: «La stampante industriale Freeformer si rivolge a chi ha la necessità di produrre con tecnologia 3D, quindi Fdm, e in particolar modo a chi ha l’esigenze di trattare un materiale, cioè un grano di polimero, originale, vale a dire conosciuto, e con certificazione delle caratteristiche meccaniche e chimiche».
Quello che differenzia Freeformer da altri prodotti sul mercato, con medesima tecnologia, è infatti che l’alimentazione della macchina avviene con il granulo.
E il motivo per cui, in alcuni casi, il granulo è meglio del filamento, lo spiega sempre Panfiglio, a partire da un esempio: «Se un imprenditore ha la necessità di realizzare un oggetto, per esempio un giochino per bambini, e può farlo senza che vengano richieste certificazioni legate alle materie prime utilizzate, potenzialmente può utilizzare qualsiasi materiale. Quando però la certificazione dei materiali è necessaria, le cose cambiano…».
Oggi, di fatti, nessuno conosce esattamente la composizione chimica dei filamenti. Freeformer tratta invece il materiale plastico classico. Il funzionamento? «Fino all’ugello, è come una pressa a iniezione, tecnologia che Arburg conosce bene, ed è quindi possibile configurare diversi parametri, tanto da poter parlare di tecnologia open source». Una tecnologia sulla quale l’imprenditore può intervenire, sia impiegando specifico materiale che provvedendo con un settaggio ad hoc.
«Freeformer lavora con un materiale fuso, all’interno di una camera calda e questo consente di legare gli strati in modo ottimale, ottenendo caratteristiche meccaniche più elevate».
La tecnologia di Arburg è funzionale sia alla prototipazione che al prodotto finito, perlopiù miniserie di elementi altamente customizzati, tipici di una Pmi.
I campi d’applicazione sono i più svariati, ma è nei settori food, elettromedicale, elettrico, elettronico e automotive che l’impiego di materiale ad hoc certificato è in genere più richiesto.
E’ agli operatori di questi ambiti che la tecnologia – ufficialmente sul mercato da inizio 2019 – consente di eseguire prototipi, pre-serie, miniserie e testing, contraendo i tempi e i costi.
Vantaggi oggettivi dei quali Faberlab proverà a far toccare con mano le caratteristiche a tutti coloro che intendono entrare nel mondo 3D con una tecnologia “aperta”, ovvero potenzialmente implementabile all’infinito, a seconda della necessità dell’utente finale.