
15 Giu La piattaforma non deve sostituirsi a noi! Il Crowdfunding spiegato in breve
Aprire una campagna su una piattaforma di crowdfunding: solo questione di soldi? No.
Giorgio Ferrari, relatore l’altra sera al Faberlab di Tradate con “Crowdfunding: un’alternativa al credito bancario?”, lo ha detto senza mezzi termini. “Se da un lato queste piattaforme servono per raccogliere finanziamenti attraverso il web dietro ricompensa degli investitori, dall’altro l’azienda può raggiungere anche altri obiettivi: per esempio migliorare la propria reputazione in rete, creare un network di contatti e aumentare la propria capacità di penetrazione dei mercati attraverso azioni mirate di marketing”.
Prototipi fisici: il virtuale non funziona
La serata, che ha visto la partecipazione anche di alcuni ragazzi vincitori del concorso “Accendi le tue idee” promosso da Confartigianato Imprese Varese e Regione Lombardia per stimolare e sostenere l’autoimprenditorialità, ha chiarito da subito alle imprese presenti che il crowdfunding funziona anche per il B2C, quindi nei confronti del consumatore finale. A fare la differenza, in questo caso, è la richiesta di finanziamenti su un prototipo fisico e non virtuale. Oggi un’idea e un prodotto devono sempre soddisfare un bisogno e risolvere un problema: in caso contrario, meglio lasciar perdere.
Le monete nel cappello
Però si ottiene ben poco se la campagna vera e propria non è preparata da una pre-campagna. Quella che Ferrari definisce “la punta dell’iceberg: quello che ci serve sta tutto qui. Se si arriva con una raccolta di zero euro al lancio del crowdfunding, abbiamo il 90% di possibilità che la campagna fallisca”. L’esempio è sempre quello, forse banale ma efficace: l’artista di strada, appena inizia ad esibirsi, fa trovare nel suo cappello già qualche moneta. È quella l’esca per chi vuole partecipare. Ed è così che funziona il crowdfunding.
La campagna
È prioritario pianificare: la campagna può durare dai 30 ai 60 giorni ma da subito deve essere chiara la costruzione degli obiettivi, la predisposizione dei contenuti, la definizione dei canali di comunicazione, il reperimento degli “early investors” (tanto per intenderci, i primi che buttano le monete nel cappello) e il coinvolgimento degli investitori.
Contenuti e struttura: prima rispondete alle vostre domande
Quanto è ampio il bacino che potrebbe essere interessato al mio prodotto? La mia idea risponde ad un’esigenza specifica del mercato? Come altri concorrenti rispondono a questa esigenza e come posso generare valore al mercato attraverso la mia attività? Infine: quali azioni devo mettere in campo da domani e perché devo investire proprio adesso, in questo momento della mia azienda?
Alternativa al credito bancario
Il crowdfunding non si concentra solo sulla raccolta di capitali, e questo l’abbiamo detto. Quello che conta è anche aprire una rete di contatti – per esempio attraverso i business angels – che aiutino l’attività a farsi conoscere e ad entrare in circuiti che la possano rilanciare in modo fresco con risorse fresche. Nuovi interlocutori significa altre occasioni e strumenti che possano andare al di là del tradizionale credito bancario.