Digital Manufacturing, il nostro rinascimento inizia qui

Digital Manufacturing, il nostro rinascimento inizia qui

“L’approccio al digitale è un cambiamento culturale che non si esaurisce con la sostituzione di macchine analogiche con quelle digitali, perché l’apporto della persona è ancora fondamentale nella lavorazione artigianale. Ciò che serve è la consapevolezza di come evolvere in questo nuovo scenario».

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Con solo quarantatré  parole, Mauro Colombo, direttore di Confartigianato Imprese Varese, ha raccontato al folto pubblico intervenuto al quartier generale del Gruppo del “Sole24ore” a Milano, perché era importante esserci lo scorso 8 maggio alla presentazione della ricerca sul digital manufacturing redatta da Pwc Italia e Confartigianato Imprese Varese.
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All’evento sono intervenuti veste di relatori, moderati da Enrico Pagliarini di Radio 24 – la Regione Lombardia (il direttore generale della DG Attività Produttive, Ricerca e Innovazione, Alberto Albonetti), il Comune di Milano (assessore Cristina Tajani), Confartigianato Imprese Varese (il direttore generale Mauro Colombo), PwC (Massimo Pellegrino), Fablab WeMake (Costantino Bongiorno), General Electric Italia e Israele (il presidente e amministratore delegato Sandro De Poli) e il Politecnico di Milano (l’architetto, docente e ricercatore Marco Muscogiuri) e DWS (General Manager, Maurizio Costabeber).

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Il cambiamento di cui parla Colombo riguarda tutti e questo è il motivo per cui Confartigianato ha dato vita al FaberLab, laboratorio di fabbricazione digitale, aprendolo a tutta la comunità territoriale.

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Stiamo veramente assistendo a una rivoluzione?

Una risposta la dà lo studio prodotto da Confartigianato Varese a Pwc: con il Digital Manufacturing la produzione si avvicina all’utilizzatore finale del prodotto e le figure del produttore e del consumatore non sono più così diversificate come accadeva fino a qualche anno fa.

Le nuove tecnologie portano ad un più stretto contatto tra progettazione, prototipazione e produzione: tutto questo coinvolgerà sempre più le piccole e medie imprese con lo sviluppo anche di nuove forme di artigianato digitale e al ruolo di connettori che giocheranno i Fablab e il movimento dei Makers. Un lavoro che si inserisce nel solco tracciato circa un anno e mezzo fa con l’apertura del Faberlab di Tradate e che oggi si arricchisce delle prospettive aperte da questa analisi che, oltre a delineare il panorama della cosiddetta fabbricazione digitale, individua nello specifico i settori che più di altri potrebbero trarre benefici insperati dalle nuove tecnologie.  Non solo 3D printing dunque, ma anche automazione dei processi produttivi, robotizzazione, semplificazione della filiera e sul time to markete la trasformazione del consumatore in prosumer.

Il libro bianco di Confartigianato Varese e Pwc Italia, racconta gli  effetti di questa trasformazione: esperienze, testimonianze e racconti di chi, questo “rinascimento”, lo sta vivendo in prima persona.

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Trattandosi di un fenomeno globale, il digital manufacturing non si può evitare né rallentare, quanto piuttosto sfruttare e accelerare. Il territorio lombardo è allineato perché “rappresenta in termini di Pil più di un quinto del Paese e la manifattura costituisce il settore industriale maggiormente sviluppato”. Un territorio, quello lombardo, pronto a sfruttare quei cambiamenti tecnologici che sono stati recepiti da subito anche dai Fablab (la Lombardia è la regione in cui ce ne sono di più), dalle università e naturalmente dalle imprese.

Con il digital manufacturing cambiano però anche le materie prime usate, i sistemi e i luoghi di produzione e assemblaggio, i modi di trasporto dei componenti (le informazioni viaggiano in rete), si riducono le scorte in magazzino e la logistica deve essere riorganizzata: in poche parole sin rende necessaria una nuova supply chain.

Orizzonti nuovi in cui l’artigianato e la manifattura italiana possono trovare nuova linfa, se incoraggiate da un discorso coerente e unitario.

«Il digital manufacturing serve per salvaguardare la ricchezza del manifatturiero» afferma Mauro Colombo, direttore di Confartigianato Varese che, assieme a Massimo Pellegrino, responsabile dell’innovazione digitale di PwC, hanno delineato il progetto di una “piattaforma che metta insieme diversi attori per dare valore all’ecosistema e che permetta alle imprese di focalizzarsi sul proprio core business artigiano, dalla creazione alla progettazione”.

«Una piattaforma – continua Colombo – per l’interazione sul tema del digitale, necessaria per far crescere la competitività delle imprese. Un’opportunità per orientarsi con contenuti innovativi e all’avanguardia sui mercati esteri e che sappia dialogare con università, centri di ricerca, istituzioni, fornitori di tecnologie, erogatori di servizi finanziari, associazioni e imprese».

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Creare un ecosistema favorevole al digitale e alle imprese è un punto fondamentale anche della ricerca, presentata da Massimo Pellegrino, partner Pwc,  che inquadra il digital manufacturing come la naturale evoluzione della manifattura e il modello grazie al quale può rafforzarsi e risorgere.
«In un ecosistema articolato e caratterizzato dalla polverizzazione dei suoi attori – ha detto Pellegrino – è necessario un hub che funga da catalizzatore delle realtà imprenditoriali locali. L’hub sarà una piattaforma che «mette insieme università, centri di ricerca e sviluppo sempre più collaborativi tra di loro, istituzioni, fornitori di tecnologie, erogatori di servizi finanziari, associazioni e imprese, per fare innovazione sul modello “cloud”, la stampa 3D on demand permetterà alle aziende di focalizzarsi sul core business della creazione e della progettazione, creando così un sistema più libero».
Intervista di Masismo Pellegrino http://www.radio24.ilsole24ore.com/programma/2024/tecnologia-expo-data-digital-174950-gSLATVXS9

Nella dinamica del cambiamento c’è anche una convergenza tra artigianato e manifattura industriale, perché il digital manufacturing permette di avvicinarsi alle specificità del cliente e all’unicità del prodotto, pur mantenendo una dimensione industriale. Una volta abbattuto un tabù, tanto vale provare a scardinarne un secondo, il «made in», forse il più ostico per chi, come gli artigiani, è sempre stato orgoglioso del proprio saper fare, ma in un processo di maggiore flessibilità organizzativa generato dal digitale ci si potrebbe dunque accontentare di un «Thougth in Italy» (pensato in Italia). Un sistema in cui si assisterà ad una «convergenza tra artigianato e manifattura tradizionale, che dalla standardizzazione potrà virare verso la personalizzazione massima».

Digital Manufacturing

Un luogo in cui “la produzione digitale” sarà una sorta di commodity, come l’energia elettrica, e in cui si assisterà alla personalizzazione massima della produzione manifatturiera. Un opportunità unica per le piccole e medie imprese del territorio che troveranno in questo luogo uno strumento multifunzionale e in cui la componente umana, proprio come nel Rinascimento, ritorna a essere centrale.

Le istituzioni pubbliche cercano di inserirsi in questo quadro a colpi di provvedimenti per favorire i Makerspace e i Fablab, sforzo apprezzabile se non fosse sottoposto ai tempi incerti della politica e alla pressione del consenso. Le università a loro volta scontano un certo ritardo in fatto di cultura digitale, soprattutto nei settori dove la produzione italiana ha creato il mito come nel caso delle macchine utensili, comparto che compete alla grande con i campioni tedeschi, molto precisi ma meno creativi degli italiani.

«Abbiamo fatto una rivoluzione digitale all’italiana» ha sottolineato con molta onestà, durante la tavola rotonda, Costantino Bongiorno, cofondatore di WeMake. Non che per gli artisti del Rinascimento sia andata diversamente.

«Se oggi ci fosse Michelangelo – ha sentenziato Roberto Albonetti , direttore generale delle attività produttive della Regione Lombardia – probabilmente avrebbe fatto la Pietà in modo diverso. Non togliendo materia, ma aggiungendone»

«La partnership che abbiamo avviato con Pwc mira ad evolvere il supporto alle imprese e ampliare la diffusione del Digital Manufacturing tra le nostre imprese – ha concluso il direttore di Confartigianato Imprese Varese Mauro Colombo – con la consapevolezza che il mondo della piccola e media impresa, quando approccia il tema delle tecnologie digitali, lo considera come una trasformazione culturale. Non si tratta di semplice sostituzione di una tecnologia, da una meno ad una più evoluta, ma implica un cambiamento radicale che coinvolge l’azienda in tutte le sue componenti. Quello che realizzeremo è completamente diverso, affiancando le tecnologie analogiche a quelle digitali». Ma è un passaggio in cui, come ricorda Mauro Colombo, «la componente umana è determinante, in fase di ideazione, progettazione e finitura. E lo diventa ancor di più nel coniugare le opportunità delle tecnologie digitali».


La Provincia di Varese 9 maggio2015
La Provincia di Varese 9 maggio2015
VareseNews 08 maggio 2015