26 Mag Digital Manufacturing: “Lavoriamoci su”
Valerio Fausti è un designer industriale fresco di laurea al Politecnico di Milano. La sua tesi, “Lavoriamoci su“, ha coinvolto diversi artigiani lombardi con l’obbiettivo di capire quali applicazioni può trovare la manifattura digitale nell’universo artigiano. «Un aspetto importante emerso durante la mia ricerca – racconta Valerio – è stata la capacità della stampa 3D di interfacciarsi, di essere compresa e sfruttata per le sue potenzialità in numerosi campi, ognuno diverso dall’altro. Questa grande capacità di adattamento e di dialogo della stampa 3D con le diverse realtà produttive e progettuali, prendendo in prestito una definizione di Levi Marinella, professoressa del Politecnico di Milano e fondatrice di +Lab, la rendono una tecnologia che si può definire “politecnica”, nell’accezione più completa della parola».

Immagine del prototipo
Proprio in questo solco si inserisce il lavoro che Fausti ha condotto con alcune realtà imprenditoriali del territorio. Tra questi quello con Stefano Comida, artigiano del varesotto specializzato nella produzione di serramenti. «Con Valerio abbiamo realizzato due progetti – racconta l’imprenditore – il primo è la realizzazione di due pistoni, stampati in 3D, per una macchina utensile che utilizzo quotidianamente nella mia attività. Il secondo è lo studio di un serramento, altamente personalizzabile, che si adatti a qualsiasi esigenza richiesta dal cliente: forma, colore, dimensione e così via». Un lavoro che apre nuove prospettive di sviluppo all’impresa di Comida e che, assieme a quelli illustrati nella tesi del designer, è la dimostrazione di quanto artigianato e stampa 3D possano integrarsi in modo proficuo.
Un percorso non privo di difficoltà, come ammettono gli stessi protagonisti di questo lavoro. «A fronte di alcune criticità – racconta Fausti – come la mancanza di disponibilità di materiali abbastanza estesa da riuscire a far fronte alle necessità, che progetti diversi, richiedono in fase di realizzazione e alla mancanza di affidabilità del processo di stampa, che rende difficile la replicabilità di un progetto su macchine diverse e, a volte, anche sulla stessa, dobbiamo altresì ammettere che da quando ho iniziato questo lavoro, la qualità generale delle macchine si è notevolmente alzata con il conseguente aumento della precisione di stampa e di dettaglio». Considerazioni che implicano anche un nuovo approccio imprenditoriale. «La tecnologia è in continua evoluzione – conclude Comida – e ha una velocità esponenziale. Credo che tra un paio di anni avremo uno scenario molto diverso da quello odierno e prepararci per tempo, magari anticipando quello che si sta muovendo nel mondo, mi sembra la cosa migliore da fare».