
02 Dic Francoforte la fiera della Manifattura Addittiva: tante aziende, poche quelle italiane
Si è svolta nelle scorse settimane a Francoforte, Formnext, la più importante fiera dedicata alla manifattura additiva e alla smart production: punto di riferimento internazionale delle case produttrici e nel luogo dove far convergere le principali novità presenti sul mercato.
Quest’anno, in occasione della quarta edizione della rassegna, Faberlab è stato al Formnext per entrare nel cuore della manifattura additiva di ultima generazione e, per prima cosa, ciò che è saltato all’occhio è la dimensione della fiera: enorme, superiore alle aspettative, e completa.
Francoforte con Formnext si è trasformata nel cuore dell’industria.
Scorrendo le immagini e i contenuti di Formnext, partiamo dalla plastica: scopriamo così una grande varietà di materiali per tecnologie ormai mature quali l’FDM e osserviamo che anche i grandi nomi hanno iniziato a produrre tecnopolimeri.
La stessa BASF ha presentato una linea di prodotti dedicata alla stampa 3D, ma anche resine e altri polimeri.
Troviamo anche Arburg, con l’ultima novità della stampante a granuli, in grado di inserire un filamento di carbonio nel manufatto e di realizzare applicazioni rivoluzionare per il medicale e applicazioni ad alto contenuto tecnologico per l’industria.
È però la sinterizzazione del metallo a trionfare su tutte le tecnologie, con un numero di produttori che sorprende: ci sono i nomi tradizionali della stampa 3D come 3D Systems, Eos e Reinshaw, ma anche i grandi della manifattura, come DMG MORI, con una macchina che dà l’impressione di poter stampare direttamente un’auto e General Electric che, da utilizzatore, è arrivata a creare una macchina per la sua divisione specifica la GE Additive.
E poi ci sono apparecchiature che si propongono come alternativa alla produzione di piccoli lotti e promettono una produzione di massa.A Formnext ci sono tutti. Anche gli asiatici – con giapponesi, taiwanesi e cinesi ormai in prima linea nell’innovazione – e persino i russi, forti di tecnologie 3D per metallo e plastica.
“Ci sono tutti tranne gli italiani – afferma Davide Baldi, Responsabile Faberlab Dih, che ha visitato la Fiera – E allora chiediamoci: come mai la seconda manifattura d’Europa, uno dei Paesi più importanti al mondo per la costruzione di macchine, non c’è? Veramente i costruttori italiani hanno scelto di non occuparsi della manifattura additiva? Siamo condannati ad essere un Paese legato a tecnologie vecchie e quindi a produzioni destinate ad essere superate? Da questa fiera sembra proprio di sì, seppure qualche eccezione non mancasse: pensiamo ai (soli) tre produttori DWS con una forte presenza nella tecnologia delle resine, Sharebot e Wasp a cui va il merito di resistere con le loro tecnologie allo strapotere dei grandi gruppi internazionali.Per il resto, produttori storici stranieri, nuovi produttori stranieri, service stranieri e utilizzatori stranieri. L’Italia ha scelto di uscire dai giochi dell’innovazione?”