Il crowdfunding è un’esperienza d’amore: Lady Crowdfunding al Faberlab

Il crowdfunding è un’esperienza d’amore: Lady Crowdfunding al Faberlab

La definizione più efficace di crowdfunding è quella che Qui, Quo, Qua danno a zio Paperone: “Ti iscrivi a un sito e spieghi il progetto per cui stai cercando un finanziamento e chi vuole ti manda un aiuto”.

E’ iniziato così l’incontro dello scorso 4 dicembre con Chiara Spinelli, tra i pionieri del crowdfunding in Italia, comunicatrice appassionata di cinema e tecnologia, digital champion pisana fresca di nomina.

E’ la prima caratteristica di questa nuova, ma neanche tanto, forma di raccolta di fondi, o “salvadanaio virtuale” o “partita a scacchi con la morte”, come qualcuno la definisce.

Il focus è, comunque, sulle persone, sulla fiducia, la partecipazione, la condivisione.

Ed ecco le regole base del crowdfunding: che sia online, ovviamente, che sia chiara la cifra che si vuole raccogliere, la scadenza della raccolta e visibile il numero dei sostenitori.

La storia, nostra e quella del nostro progetto, devono essere raccontate “con entusiasmo, coinvolgimento ed emozione” anche e soprattutto con un video breve ed efficace, capace di suscitare quel “wow!” che cattura e convince i sostenitori. “

Altrimenti, non illudetevi, non funziona”.

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A ogni progetto corrisponde un modello di crowdfunding:

  • donation based, in cui il progettista raccoglie donazioni senza offrire ricompense,
  • reward based, basato su un sistema di ricompense differenziate in relazione all’importo del finanziamento,
  • equity based, ovvero il finanziamento ad aziende in cambio di quote o azioni,
  • social lending,  il prestito di denaro.

Chiara ci descrive le piattaforme (la più importante è l’americana Kickstarter, “ma solo per chi ha un conto corrente statunitense, mentre in Italia ce ne sono più di 50 nate come i funghi negli ultimi anni e che disperdono così risorse e risultati”), le loro specificità (“come MusicRaiser per i progetti musicali, l’unica italiana che funziona all’estero”), la strategia digitale, le relazioni con sostenitori e influencer.

Ma il tutto sta in piedi se il progetto è chiaro in ogni suo aspetto: budget, a cosa serve e come si regge. E, naturalmente, se chi ci sostiene sa perché lo fa: interessi personali, sociali, economici, ma anche di appartenenza e di nicchia.

Sicuri di avere un buon progetto per il crowdfunding? Ancora qualche consiglio. Occhio alla trasparenza “che genera fiducia e seguito”. E poi “lasciatevi sorprendere, difendete le vostre idee, godetevi anche gli imprevisti: in fondo il crowdfunding è anche crowdloving, un’esperienza d’amore, non solo per soldi”.