
05 Nov La crescita della stampa 3d grazie a nuovi materiali e nuoovi impieghi
I sistemi di stampa 3D stanno guadagnando ovunque terreno e vedono ampliarsi di continuo il ventaglio dei loro possibili settori di applicazione e destinazione. Il mercato propone modelli adatti a budget e industrie svariati e a trarne vantaggio non sono più solamente i lavori di prototipazione.
La stampa additiva negli ultimi anni ha fatto passi da gigante nel mondo delle imprese, tanto che oggi, secondo un recente studio realizzato da Dimensional Research, è presente nell’81% di esse.
A spingere sempre più organizzazioni in questa direzione è la necessità di accelerare la prototipazione e lo sviluppo di un determinato prodotto.
Così nel corso del 2018 il mercato globale additivo (hardware, software, materiali e servizi) ha raggiunto un valore di 9,3 miliardi di dollari, con una percentuale di crescita del 18%. E le previsioni per quest’anno e per quelli futuri sono altrettanto rosee, se è vero, come riporta SmartTech Publishing, che entro il 2027 il comparto supererà i 41 miliardi di dollari.
Aspettative più che mai veritiere visto che i settori produttivi nei quali viene utilizzata la stampa additiva sono sempre più numerosi, anche se la parte del leone la fanno quello spaziale e medicale (93% e 91% rispettivamente), seguiti da quello dell’automotive, dell’elettronica e dei produttori di attrezzature.
Del resto la diffusione della stampa 3D va di pari passo con lo sviluppo dell’industria 4.0 e delle sue esigenze di velocità e precisione.
Non solo plastica
In fase di ampliamento è anche la gamma di materiali utilizzati. Negli ultimi anni, infatti, il 3D printing, ha affiancato ai materiali plastici i metalli, ceramiche e composti. Anche se la plastica domina ancora il mercato: viene scelta dall’81% delle aziende, solo un terzo utilizza metalli e ceramiche (rispettivamente il 34% e 32%). Ancora di nicchia, invece, i materiali composti con solo l’8% delle imprese che ne fa uso. In questo quadro l’Italia non fa eccezione.
L’Osservatorio sulla stampa 3D e sull’Additive Manufacturing realizzato da NetConsulting cube e da Cherry Consulting, dice infatti che le aziende italiane, dopo un approccio alla stampa additiva spesso limitato all’attività di progettazione, ora guardano con interesse anche al suo utilizzo in produzione e a supporto delle attività verso i canali distributivi. Una tendenza che ha visto le stampanti 3D non solo entrare nelle fabbriche ma anche la loro integrazione con altri sistemi di produzione per effettuare lavorazioni specifiche con livelli di sofisticazione e personalizzazione prima impensabili.
Nonostante lo sviluppo del mercato, la stampa 3D ha ancora qualche criticità. A partire dalla stabilità e dal controllo del processo, che presentano ancora ampi spazi di miglioramento, così come la velocità e i tempi di produzione e il costo totale del singolo pezzo realizzato, che in molti casi è ancora troppo elevato. E non solo per i prezzi di alcuni materiali, ma anche per l’acquisto e funzionamento dei macchinari, e del lavoro per l’attività di post-processing. Limiti che dovranno essere superati nei prossimi anni se si vogliono cogliere pienamente i vantaggi dell’industria 4.0.