Mamma da grande voglio fare l'artigiano digitale

Mamma da grande voglio fare l'artigiano digitale

Al Faberlab spazio all’idea del sindaco di Colle Brianza che vuole avvicinare i bambini del suo paese alle nuove tecnologie digitali.

Metti un pomeriggio al Faberlab. Metti una trentina di ragazzini che giocano tra stampanti 3D e scanner tridimensionali e otterrai un’idea di formazione che va al di là dei manuali di scuola e dei banchi di classe.
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Il progetto si chiama “Piccoli artigiani crescono” e ha fatto tappa a Tradate, nella sede del nostro Faberlab.
Un’idea nata dal sindaco di un piccolo paese in provincia di Lecco,Marco Manzoni, primo cittadino di Colle Brianza.
«Abbiamo dato il via nel gennaio scorso a questo progetto, perché la nostra zona ha una forte vocazione artigiana. Abbiamo già portato i piccoli della quarta e quinta elementare della scuola primaria Rocca, in una vetreria e oggi siamo al Faberlab per il passo successivo: mostrargli le nuove tecnologie a disposizione degli artigiani».Ma come nasce questo progetto? «Tutto a inizio a dicembre, quando a Villa Reale, durante un incontro organizzato dalla Camera di Commercio, da Confartigianato e da fondazione Giannino Bassetti sul tema dell’innovazione digitale, vengono illustrati i progetti portati avanti da alcuni fab lab. Dopo quell’incontro decido di capire cosa si aspettano i genitori del nostro paese per il futuro dei loro figli». Inizia così un sondaggio tra le famiglie e l’amministrazione che il sindaco diffonde senza troppi indugi. «Volevo capire se le mamme e i papà di Colle Brianza si aspettano per i loro bambini una carriera da avvocato, da medico o da manager, oppure se avevano preso in considerazione anche una carriera artigiana». E il risultato? «La risposta è stata quasi unanime. Anche l’artigianato era una strada percorribile».
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Tutte le foto della visita degli alunni:  https://www.flickr.com/photos/fondazionebassetti/sets/72157644964560823/

Arriviamo così al nostro pomeriggio. Mentre Manzoni continua il suo racconto, i bambini iniziano a giocare con i materiali portati per l’occasione da Marco Quilici, animatore del laboratorio di ri-uso creativo Re Mida di Gavirate.
«Secondo noi – continua il sindaco – dato il salto generazionale, è importante mostrare ai bambini delle quarte e delle quinte elementari cosa si muove attorno a questo mondo, cosìcché i ragazzi possano prendere in considerazione anche l’artigianato come scelta futura».
Un’occasione quindi per incuriosire i possibili makers di domani, divertendoli. Tommaso Correale Santacroce, che ha seguito il progetto per la fondazione Bassetti aggiunge: «Noi cerchiamo di agganciare una forma di pensiero responsabile alle nuove modalità di lavoro. Il fenomeno dei makers, della cosiddetta terza rivoluzione industriale, non solo non può essere ignorato, ma nemmeno sùbito come una trasformazione travolgente. Dobbiamo saperlo affrontare con occasioni come queste, tramite la formazione e l’educazione».
 
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Un processo che in Italia, il paese delle piccole e medie imprese che i teorici della rivoluzione digitale guardano come a un modello da seguire, potrebbe innescare un secondo boom economico. Basta aver fiducia nelle capacità individuali, nell’inventiva dei più giovani e nella forza del saper far rete.