
01 Set ReMida e FaberLab: divertire, educare, fare
I paralumi con le rocchette dei filati, gli orecchini con l’alluminio, braccialetti e collane con le cimose elastiche. E i tavoli del nostro FaberLab di Tradate con i cassoni per la frutta. ReMida, dal 21 settembre 2012, ha sede al Chiostro di Voltorre e insegna a tutti – grandi e piccini – l’arte del riuso. Un approccio educativo che nasce a Reggio Emilia, negli anni Settanta, dal pedagogista Loris Malaguzzi sino a diventare un caso mondiale e da “esportazione”, “ancor più del metodo Montessori” dice Marco Quilici, presidente dell’Associazione “Altrementi” sviluppatrice del progetto ReMida.
Con ReMida l’approccio istintivo diventa metodo: come?
Malaguzzi pensava, giustamente, che il luogo dovesse facilitare l’apprendimento delle competenze da parte dei bambini. Ma facendo pedagogia, iniziò ad andare oltre: qui c’è il rispetto per la tradizione, la memoria, l’ambiente, le persone. C’è la filiera industriale che collabora con la comunità. A Reggio, l’Aspem ritira i rifiuti delle imprese sapendo che una parte di questi deve andare a ReMida: è un modo diverso di vivere il presente e vedere il futuro.
Da qui la tua idea di fondare un ReMida anche nella nostra provincia: è stato difficile?
Ho seguito un corso di formazione a Reggio, e poi sono partito con l’avventura: grazie ai fondi Interreg ce l’ho fatta. Oggi, con il passaparola, siamo una realtà riconosciuta non solo su questo territorio ma anche a Bergamo, Milano, Rho, Oleggio, Lecco, Novara. C’è un nostro “gemello” (Interreg finanziava progetti sviluppati tra l’Italia e la Svizzera) a Mendrisio, nell’Ospedale Psichiatrico: si chiama “Spamm”.
I numeri vi danno ragione.
In 2 anni abbiamo ritirato 8 tonnellate di rifiuti, 85 scuole lavorano con materiali di ReMida, 11.000 bambini hanno seguito i nostri laboratori e 60 sono le imprese che ci riforniscono regolarmente di scarti.
Vuoi lanciare un invito agli imprenditori di Confartigianato Varese?
Mi piacerebbe, perché le piccole imprese possono essere un serbatoio di materiali importanti. A ReMida serve di tutto: legni, plastiche, tessuti (dal filato alla pezza), metalli (che non taglino), scatole di cartone, tubi, cannucce, vetri.
Tante scuole ci credono: è questo che serve?
Il futuro è nei bambini, e il nostro dovere è quello di lasciare loro un Pianeta migliore rispetto a quello che abbiamo ereditato noi. Il cuore è nella creatività dei piccoli ed è soprattutto per loro che nascono i nostri progetti: “Esplora ReMida”, “Le stanze dell’arte”, “Il vostro percorso personalizzato”, “Giornata ReMida + Scoperta del lago” (vedi il nostro sito: www.modusriciclandi.info). Qui si esplora, si costruisce insieme, si ascoltano i bisogni educativo/creativi dei bambini, si ricerca. Insomma, li aiutiamo a scatenare la loro fantasia. Poi organizziamo feste di compleanno, open day aziendali, collaboriamo con alcune giocherie e sosteniamo progetti sociali.
I bambini scoprono ReMida con la scuola e ci ritornano con i genitori: un luogo dove è bello giocare ma anche condividere ciò che si fa?
E’ questo. La formazione che facciamo agli insegnanti (120 ore) vuole trasmettere ai grandi l’esperienza del divertirsi e del creare per poi comunicarla ai bambini. La scuola può venire da noi, noi andiamo direttamente in aula, oppure gli insegnanti passano al Chiostro e ritirano il materiale che serve per i laboratori. Poi, però, lo riportano….
L’anello di congiunzione tra scuole, innovazione, imprese e creatività è il FaberLab: ci sono novità?
Le nuove tecnologie possono rivalutare lo scarto. In fondo, per piccoli e grandi si tratta sempre di sperimentare e riuscire a realizzare i propri sogni. Per questo ReMida e Confartigianato andranno al FabLab di Torino: per imparare una nuova forma di divertimento educativo che metta insieme innovazione e scarto senza rinunciare, però, al gioco.
Un progetto stile “piccoli maker crescono”. Poi, l’obiettivo è anche quello di mettere in contatto fra loro le imprese, recuperare i loro rispettivi scarti, affiancarle con designer e ingegneri e creare prodotti nuovi – a vantaggio dei cittadini e delle stesse aziende – da quelli non più utilizzati. Sarebbe bello poter creare un vero distretto del riuso sviluppato sullo studio empirico della riduzione dei rifiuti e sulla collaborazione tra enti e strutture del territorio.
L’obiettivo di ReMida è lodevole: il riuso come filosofia di vita?
Il riuso è diverso dal riciclo, perché si tiene qualcosa così come è e lo si usa in modo diverso da quello per il quale è stato pensato. Non è importante sapere “da dove arriva lo scarto” ma “cosa ne faccio”.
E’ per questo che ReMida non si accontenta di offrire materiali ma di raccontare la storia dello scarto sensibilizzando la collettività allo sviluppo sostenibile: perché vivere senza consumare troppe risorse è possibile.
Scheda dell’azienda
Remida
Piazza Chiostro, 23
21026 Gavirate (VA)
Via Maestri del lavoro 78
mail: remida.varese@gmal.com
sito: www.altrementi.info