
02 Lug Stampa 3D: c’è chi ci lavora su
“Lavoriamoci su” è il titolo che Valerio Fausti, designer neolaureato al Politecnico di Milano, ha dato alla sua tesi. Ma lavorare su cosa? Su stampa 3D e artigianato, per esempio. Su quella stampante che Fausti definisce “operaia” (perché fa e produce) e quell’artigianato che tra flessibilità, attenzione all’innovazione, creatività ha sempre saputo reinventarsi con prodotti personalizzati e design spesso accattivanti. È questo che Fausti ha raccontato giovedì 25 giugno, al Faberlab di Tradate, con Stefano Comida, imprenditore nel settore dei serramenti. Una collaborazione valida che ha dimostrato quanto il passare dalla teoria alla pratica, nel digital manufacturing (leggi qui il nostro speciale), sia possibile anche per le piccole imprese. Pensate a questo: usarere una stampante 3D come torchio affascina gli imprenditori, perché si parla lo stesso linguaggio.
Comida ha avvicinato la stampa 3D per gioco, poi ci ha lavorato su e si è accorto che l’impresa poteva ingranare una marcia in più e fare di un prodotto un qualcosa di unico seguendo il principio che “con la stampa 3D il cliente è anche progettista”. Filo diretto, dunque, tra imprenditore e consumatore dove il designer è un artigiano flessibile e l’artigiano è un creativo flessibile. Tutto si reinventa e nell’economia della condivisone anche la progettazione si fa condivisa: da qui è nata la collaborazione tra Comida e Fausti, che in poco tempo hanno realizzato un pistone per potenziare e rendere più efficiente una macchina che Stefano usa in azienda e modelli sempre diversi di serramenti personalizzati sul gusto del cliente. E la manualità, dove va a finire? Tranquilli, Fausti è più che mai convinto che la stampa 3D non esiste se non c’è la mano dell’artigiano a rifinirla.
Alcune immagini della serata:
La presentazione di Stefano Comida:
La presentazione di Valerio Fausti: