Tra stampa 3D, pizza e caffè: Varese (e Tradate) viste dagli studenti di Astrakhan

Tra stampa 3D, pizza e caffè: Varese (e Tradate) viste dagli studenti di Astrakhan

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Astrakhan: tremila chilometri. Tanto Elizaveta Ivanova (Lisa), Ekaterina Alexeeva (Katja) e Roman Salekhov sono lontani da casa, nella parte meridionale della Russia europea, sulle sponde del Mar Caspio. I tre studenti universitari di architettura sono atterrati in Italia due settimane fa. Destinazione: Faberlab e le sue stampanti 3D.

Un gemellaggio, quello tra Confartigianato Imprese Varese e l’Università di Astrakhan, che promette bene. In Russia, raccontano, non c’è una varietà di stampanti 3D così vasta e il “parco macchine” del laboratorio di prototipazione dell’associazione degli artigiani è perfetto per uno stage di un mese. Abbiamo già raccontato il loro arrivo e il primo approccio con le nuove tecnologie. Ora i tre studenti si sono ambientati e hanno deciso di raccontarsi (e raccontare le loro impressioni su Varese), davanti a un te caldo, in centro città.

«Varese è una città piccola, tranquilla, accomodante» racconta Roman passeggiando in centro. «Le persone sono così gentili e calme. Se non sai dove andare, se ti perdi, ti aiutano subito con molto piacere». Ne hanno un esempio ai Giardini Estensi, dove tre studentesse delle scuole superiori impegnate nello stage come guide del parco, in un ottimo inglese, si offrono di fare due chiacchiere e dare qualche spiegazione.
ALL’APERTO? CON VENTI GRADI SOTTO ZERO…
«Da noi non ci sono parchi così» dice Katja, «qui è bellissimo». In Russia, rimanendo in tema paesaggio, non ci sono balconi così grandi. D’inverno fa freddissimo, anche -20 gradi, mentre in estate si superano i 30. Con temperature del genere non è facile gustarsi un caffè, o in questo caso tè, all’aperto. Lo fa notare Lisa che, fra un selfie e l’altro, cammina per le stradine del centro con il naso all’insù, alla ricerca degli angoli più caratteristici.
toccando il tema cibo (tanto caro a noi italiani) i tre ragazzi spiegano che non riescono a bere il caffè espresso, perché per loro è troppo forte. Da qui la scelta del tè caldo. Ma non è l’unica “stranezza” gastronomica. Confidano che a Varese per la prima volta nella loro vita hanno mangiato una pizza intera. «Da noi la si divide tutti assieme, non è considerata un piatto unico. Ci mangiamo assieme dell’altro».

IL FUTURO E’ LA STAMPA 3D
E come sta andando a Faberlab? «All’inizio – racconta Lisa – ci sembrava tutto molto difficile. Ora che stiamo imparando, grazie ai colleghi Samuele e Ilaria, che ci aiutano, ci rendiamo sempre più conto che il nostro futuro è con le stampanti 3D». «È bellissimo stampare i modelli – rincara la dose Roman, che oltre ad architettura studia anche design – perché riesci letteralmente a tenere in mano un edificio».
Il tempo, purtroppo, è agli sgoccioli. Il 29 settembre i tre ragazzi prenderanno il volo di ritorno, pronti ad affrontare un altro inverno russo. Questo primo scambio ha però tutti i presupposti per essere un modello da riproporre in futuro e Faberlab pensa già ad una trasferta sul Mar Caspio. E in futuro non sono esclusi nuovi scambi alla scoperta del 3D made in Faberlab. E perché no, della pizza mangiata per intero.