
05 Apr Studenti del Frattini al Faberlab: «Progettare un giocattolo, non è un gioco»
Lasciarsi ispirare dai ragazzi di oggi e prenderli a modello. Tutto nasce dall’esperienza di alternanza scuola-lavoro che alcuni studenti della classe IV E del Liceo Artistico “A. Frattini” di Varese stanno raccogliendo al Faberlab di Tradate. Un’esperienza che terminerà alla fine del mese di maggio con la realizzazione di un giocattolo: è questo il “compito” – inventarsi qualcosa che possa esprimere tutte le potenzialità del design di prodotto – che è stato affidato loro nell’ambito del progetto “Dall’idea al prototipo” sostenuto da Confartigianato Imprese Varese e dall’associazione culturale Wareseable.
LA VARESE DESIGN WEEK E FABERLAB DESIGN
Associazione così attenta al tema, da essere motore anche della terza edizione della Varese Design Week che si terrà a Varese dal 12 al 16 aprile con un inno al colore. Luce e colore, infatti, saranno i principali protagonisti di questo cartellone “Colorful!” fatto di multidisciplinarità, interazione, contaminazione, emozione. E tanto design.
E’ questo il tema sul quale si concentra anche Faberlab Design: le imprese infatti grazie alla collaborazione con l’architetto-designer Giorgio Caporaso possono in Faberlab sviluppare un nuovo prodotto o dare una veste nuova a quello che già fanno.
CHIARA E MATTEO: UN GIOCATTOLO PER NON IMPORRE RUOLI NELLA VITA
Utilizzare le tecniche del design: è questo che stanno facendo i giovani al Faberlab: scoprire orizzonti diversi e a loro sconosciuti. Questo spinta è il combustile del progetto sul quale stanno lavorando: un giocattolo per bambini di quattro o cinque anni.
Per ora il prodotto è avvolto da un velo di mistero, perché il lavoro alle stampanti 3D e al laser cut verrà dopo la fase di confronto e acquisizione delle competenze informatiche e tecnologiche necessarie per la prototipazione.

Chiara Arrigoni
Chiara Arrigoni ha diciassette anni, le piace – tra tutte quelle viste – la stampante a gesso e ci dice che «prima di venire al Faberlab, io e i miei compagni abbiamo incontrato due pedagoghe che ci hanno spiegato cosa può essere più adatto per la crescita dei bambini. Quello che mi piacerebbe fare qui è un giocattolo che aiuti i piccoli a scoprire il mondo ma senza imporgli un ruolo pre-definito nella vita. Non ci devono essere giocattoli solo per le femmine e solo per i maschi, ma giocattoli istruttivi».
Per Chiara il design è segno e progetto, e il bello di questa alternanza scuola-lavoro «è che da parte nostra sono usciti ricordi personali su come giocavamo. Tutto ci sta aiutando per arrivare ad un risultato che, speriamo, sia valido».

Matteo Trombin
Della stessa idea è Matteo Trombin, suo coetaneo. Che con grande naturalezza afferma: «Non ho ancora capito cosa devo fare, ma l’idea di progettare in 3D un giocattolo mi affascina. Penso al design come alla capacità di reinventare in maniera soggettiva qualcosa che c’è già, ma da parte mia vorrei arrivare a realizzare un prodotto che oggi non esiste».
GIANLUCA E IRENE: I DETTAGLI PER SVILUPPARE I SENSI

Gianluca Bianchi
Gianluca Bianchi e Irene Bianchi di anni, invece, ne hanno diciotto.
Gianluca è in parte avvantaggiato, perché ha imparato a conoscere le stampanti 3D grazie allo zio che le vende. La prototipazione rapida, per questo ragazzo appassionato di design d’interni, è un passo obbligatorio non solo per la sua esperienza formativa in ambito scolastico ma anche per quello che andrà a fare nella vita «perché quando si lavora insieme agli altri, si impara a lavorare». Poi il fatto di pensare ad un giocattolo lo stimola: «Il settore a volte è limitato e con i miei compagni, anche se per ora le idee sono abbastanza approssimative, vorrei arrivare ad un giocattolo adatto per bambini con deficit importanti come la cecità o l’autismo. Mi piacerebbe un prodotto che aiutasse a sviluppare i sensi facendo leva proprio sulle molteplici possibilità offerte dal design. Qualcosa di creativo e di originale, ma funzionale e da produrre poi in serie».

Irene Bianchi
Questo è quello che, in parte, vorrebbe fare anche Irene, che nel gruppo del Liceo Frattini votato al design di prodotto ci è arrivata perché «faccio attenzione al dettaglio e all’estetica. E’ anche per questo che da sempre mi piace il mondo della moda». In effetti non è detto che un giocattolo non possa diventare trendy. Dipende da come lo si pensa e da cosa ci sta dentro. «Per ora – prosegue Irene – abbiamo preso confidenza con un programma per la progettazione e stiamo realizzando un mini progetto per poi stamparlo in 3D. Diciamo, un prototipo del prototipo. Le informazioni che abbiamo raccolto fino ad ora ci dicono che i bambini dai 0 ai 3 anni prestano molta attenzione alla forma, mentre salendo con l’età sono i colori ad incuriosirli maggiormente».
L’ALTERNANZA A FABERLAB, NON E’ UN GIOCO
Un percorso utile e stimolante, questo a Tradate, perché Irene – proprio come Gianluca – pensa che «al Faberlab l’alternanza scuola-lavoro è diversa: siamo seguiti da vicino e siamo noi in prima persona ad essere coinvolti. Poi ti rendi conto che al di là del 3D e del compito che ci è stato affidato, nel lavoro c’è una base di fondo che vale per tutti. Ed è quella di confrontarsi con gli altri, interagire, capire chi ti sta davanti e affrontare la soluzione dei problemi». Prima lezione: il lavoro non è un gioco.