06 Feb Stampanti 3D: il vento del cambiamento soffia nei laboratori odontotecnici
SharebotVoyager, tecnologia DLP (Digital Light Processing: nella macchina non c’è il laser ma il proiettore), ANSI Lumen. Non siamo sullo spazio ma all’interno di una stampante 3D fatta apposta per i laboratori odontotecnici. Sarà lei, insieme alle imprese del settore, la protagonista del workshop che si terrà lunedì 9 febbraio, alle 20.30, alin Viale Europa 4/A. All’incontro parteciperanno Antonio Ziliotti (presidente nazionale di Confartigianato Odontotecnici) e Damiano Fontana, responsabile del progetto Voyager e membro del Team Ricerca & Sviluppo di Sharebot.
Durante il seminario verranno presentate le applicazioni professionali della stampa 3D con tecnologia DLP, che permettono la realizzazione di oggetti di alta definizione particolarmente adatti a settori dove la ricerca del dettaglio è fondamentale: le protesi dentarie ne sono il tipico esempio.
Laa stampa 3D rende possibile l’odontotecnica digitale, cioè quel modo di lavorare che velocizza la produzione dei componenti migliorando nel contempo qualità e precisione. Inoltre coniugando scansione orale, progettazione CAD/CAM e stampa 3D, i laboratori di odontotecnica possono produrre con una precisione quasi assoluta corone, ponti, modelli ,utilizzando vari materiali che si applicano in tutti i tipi di protesi prodotte e che sono apparsi negli ultimi anni’.
E’ grazie a queste tecnologie se le imprese del settore, ormai, possono fare un delicato passaggio che è rappresentato dalla modellazione manuale – al mouse e dalla pianificazione alla ricostruzione finita. Usando il digitale si guadagna tempo per fare crescere il proprio business e pianificare nuovi investimenti.
A dirlo è Damiano Fontana: “Le stampanti 3D rappresentano quella tecnologica ormai disponibile ad una gamma di utenti sempre più vasta. Esistono dagli anni Ottanta, le si conosce anche come prototipatrici rapide e da quando sono state lanciate sul mercato hanno diviso il loro prezzo per dieci. E’ per questo che oggi una macchina come queste se la può permettere anche il piccolo laboratorio o la Partitiva IVA singola. E’ questa la rivoluzione: prezzo contenuto nell’acquisto, nella produzione e nella manutenzione”.
Sharebot Voyager è nata appositamente per l’oreficeria e l’odontotecnica: la tecnologia permette performance elevatissime (la sua precisione è paragonabile alle macchine da 50mila o 100mila euro) ma la sua accessibilità è più che competitiva: “Si tratta di una tecnologia che sarà in grado di riportare il lavoro e la creazione in Italia e in Europa”, conclude Damiano Fontana.
Gli imprenditori odontotecnici che hanno già fatto la scelta di passare al digitale, senza però dimenticare la loro manualità, raccontano di quanto i vantaggi siano immediati. Se un tempo, infatti, i protocolli operativi erano complessi, oggi con il digitale e scanner ottici si progetta in modo estremamente semplice e veloce. I file delle protesi si inviano con software appositi al centro fresaggio: l’estetica del risultato finale e la soddisfazione del cliente sono assicurate.
“Chi pensa di poter continuare come ha fatto dieci anni fa – dice Antonio Ziliotti, presidente di Confartigianato Odontotecnici – sbaglia: l’innovazione è parte preponderante di un’impresa che vuole crescere. Gli odontotecnici, da sempre, si affidano a mani ferme e occhi esperti ma oggi sanno che il processo manuale – seppur sempre importante – è dispendioso in termini di tempo e non sempre è preciso. Ecco perché la piccola impresa non può non lasciarsi coinvolgere da questi processi: qualità e riproducibilità maggiori, efficienza e precisione, pianificazione, accesso a nuovi materiali ormai devono fare parte della via quotidiana degli imprenditori. Ed è proprio il treno della stampa 3D ad accelerare il ritmo di cambiamento nel settore odontotecnico”.
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